Il 17 marzo 2011 sarà festa nazionale per la ricorrenza dei 150 anni dell'unità d'Italia

Sinceramente mi dispiace e provo anche un po' di pena per coloro che disprezzano i valori dell'unità e del tricolore, su cui io sono fiero di avere prestato il mio giuramento quale Ufficiale di complemento dell'Esercito Italiano.

Mi dispiace anche per tutti i detrattori di una festa che avrebbe come unico scopo quello di unire tutti quanti sotto una unica bandiera, a partire dalle alte sfere politiche fino all'ultimo cittadino, e di sentirsi veramente Italiani quelli con la I maiuscola, merce molto rara di questi tempi.

Mi dispiace anche per gli industriali che hanno anteposto il valore del loro cassetto ai valori tramandatici da patrioti che hanno dato la loro vita in cambio di questa nostra libertà; anche se si sono svegliati molto tardi, perché fin dal 2010 erano a conoscenza di questa data, e sopratutto perché è da questa Italia hanno tratto quello che posseggono

Mi dispiace per quella, spero piccola, schiera  di politici, di loro simpatizzanti, di denigratori, di disfattisti, e chi più ne ha più ne metta, che non si sentono Italiani; per voi provo non poca compassione, perché, scusate l'eufemismo, state sputando nel piatto dove i vostri nonni, i vostri padri ed ora voi avete mangiato e state ancora mangiando.

Mi dispiace per tutti coloro che nell'udire in solenne silenzio l'Inno Italiano, non provano un minimo di emozione, la voglia di portare la mano destra sul cuore ed eseguire il canto di coloro che per primi lo cantarono nella burrasca risorgimentale

Mi dispiace per quelli che non hanno mai provato l'emozione che ti ghermisce quando, fermi sull'attenti, porti rapidamente e rigidamente la mano destra alla fronte, tesa al saluto verso il tricolore che si alza lentamente sul pennone mentre tutto attorno risuona solenne l'Inno Italiano

Non è mia intenzione esporre la cronistoria dal risorgimento fino ad oggi, c'è sicuramente chi sa farla molto meglio di me, ma per tutti coloro di cui mi dispiaccio e provo pena, ricordo che a darci una patria di cui essere fieri
- vi furono unitaristi repubblicani e federalisti radicali contrari alla monarchia come Nicolò Tommaseo e Carlo Cattaneo
- vi furono cattolici come Vincenzo Gioberti e Antonio Rosmini
- vi furono docenti ed economisti come Giacinto Albini e Pietro Lacava

Senza scordarsi di citare anche le personalità di spicco nel processo risorgimentale, che furono molte e di cui ne cito solo tre:
Giuseppe Mazzini, figura eminente del movimento liberale repubblicano italiano ed europeo
Giuseppe Garibaldi, repubblicano e di simpatie socialiste
Camillo Benso conte di Cavour, statista di elevata nobiltà politica

Già proprio quella elevata nobiltà politica di cui oggi se ne sente veramente una grande mancanza

Alzati Italia!
Riscopri i tuoi valori!
Ricaccia a mare quelle mendaci sirene che ti hanno ridotta ad un triste ambiente in cui regna una gran confusione, o, come scrisse il sommo poeta ...
Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!
(Dante Alighieri, Purgatorio, VI, 76-78 1304-1320)

Ed ancora più pericolosa è la mancanza della nostra indignazione, uno spartiacque fondamentale in questi tempi in cui la dignità dell'individuo sembra aver percorso a ritroso, sentieri che si credevano ormai superati, e purtroppo non è più solo una questione di costume.

E' una questione di sostanza e di cultura storica ed intellettuale; un popolo che non ricorda di avere vissuto un passato, non sarà mai in grado di vivere e di guardare con fronte alta al suo futuro, ma sarà perennemente condannato a rivivere il suo passato.

Per coloro che amano veramente l'Inno d'Italia ho inserito il testo completo del nostro inno, leggere la storia e l'esegesi dell'inno
Non ho inserito file audio, ma il link al sito che tratta nel modo più esauriente e completo i simboli della repubblica,
è il sito della Presidenza della Repubblica, QUIRINALE.IT
Testo dell'Inno Nazionale Approfondisci Ascolta l'Inno Roberto Benigni spiega l'Inno su YouTube
Fratelli d'Italia,
L'Italia s'è desta;
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma;
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.

Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme;
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.

Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci;
L'unione e l'amore
Rivelano ai popoli
Le vie del Signore.
Giuriamo far libero
Il suolo natio:
Uniti, per Dio,
Chi vincer ci può?

Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.

Dall'Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.

Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
e il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.

Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
Storia dell'Inno
Testo ed esegesi dell'Inno
Spartito dell'Inno
RAI 150°
Mario
Del Monaco
Banda
e
Coro
Non avendo trovato riferimenti originali, ho incorporato i link pubblicati su YouTube

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Io c'ero
Stringiamci a coorte Italia chiamo'
Io c'ero anche con la Storia
Nelle foto è ritratto il Bersagliere Lodroni Luigi classe 1923 valoroso reduce della guerra d'Africa, con la presenza del Gen. Franzolini
La storia siamo noi e la scriviamo noi ogni giorno con le nostre gesta, se sapremo ricordare il passato, sapremo certamente vivere con saggezza il nostro futuro
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